L'ALTRO BLOG

L'ALTRO BLOG - "OLTRE LE NUBI "

sabato 18 febbraio 2012

Nel centenario della morte di Giovanni Pascoli voglio proporre  dalla raccolta  di poesie dei "Canti di Castelvecchio" la mia sera una riflessione sulla ricomposizione della grande confusione dell'esistere in un affresco di pace dove  le  immagini proposte sono dense di carattere metaforico personale: il temporale rappresenta infatti la vita travagliata del poeta, segnata dalla perdita dei suoi cari genitori, la sera rappresenta al contrario il raggiungimento di un momento di tranquillità. Pier
la mia sera Giovanni Pascoli





LA MIA SERA
(Giovanni Pascoli)

Il giorno fu pieno di lampi;
ma ora verranno le stelle,
le tacite stelle. Nei campi
c'è un breve gre gre di ranelle.
Le tremule foglie dei pioppi
trascorre una gioia leggiera.
Nel giorno, che lampi! che scoppi!
Che pace, la sera!
Si devono aprirele stelle
nel cielo sì tenero e vivo.
Là, presso le allegre ranelle,
singhiozza monotono un rivo.
Di tutto quel cupo tumulto,
di tutta quell'aspra bufera,
non resta che un dolce singulto
nell'umida sera.
E', quella infinita tempesta,
finita in un rivo canoro.
Dei fulmini fragili restano
cirri di porpora e d'oro.
O stanco dolore, riposa!
La nube nel giorno più nera
fu quella che vedo più rosa
nell'ultima sera.

Che voli di rondini intorno!
Che gridi nell'aria serena!
La fame del povero giorno
prolunga la garrula cena.
la parte, si piccola, i nidi
nel giorno non l'ebbero intera.
Nè io ... che voli, che gridi,
mia limpida sera!
Don ... Don ... E mi dicono, Dormi!
mi cantano, Dormi! sussurrano,
Dormi! bisbigliano, Dormi!
là, voci di tenebra azzurra ...
Mi sembrano pianti di culla,
che fanno ch'io torni com'era ...
sentivo mia madre ... poi nulla ...
sul far della sera.

martedì 31 gennaio 2012

Sul battello di Annie e Pier - una conversazione con l’autore
In questo post  propongo un testo di grande attualità scritto da uno dei più grandi poeti  moderni, Costantinos Kavafis, nato nel 1863 da famiglia greca ad Alessandria d’Egitto , dove morì il 29/04/1933,  nel  giorno del suo settantesimo compleanno .
Qualche anno dopo la morte del padre avvenuta  nel 1870  Kavafis si trasferi  con la madre  in Inghilterra, dalla quale dopo brevi viaggi tra Francia  Costantinopoli e Grecia  fece ritorno ad Alessandria d’Egitto.
La realtà di   una vita da anonimo impiegato, in un ufficio del Ministero dei lavori pubblici d'Egitto, non gli impedì di coltivare quasi segretamente, il suo amore per la poesia, nella quale affrontò i temi  dell’amore, del disincanto, dell’ironia, della compassione, della morte.
Temi  al centro dei quali si muovono uomini e donne con i loro sentimenti i loro interrogativi la loro pietà umana.
Di affascinante bellezza è "Itaca", che qui propongo, poesia nella quale  Kavafis  dialoga  pacatamente  con il lettore, inducendolo al viaggio verso Itaca ed evocando, con splendore tutto mediterraneo, mattine d'estate, mercati fenici in cui si commerciano madreperle di corallo, di ebano, d'ambra, in un succedersi di eventi dove ciò che importa non è tanto la meta ultima, quanto l’intensità del viaggio, dell’essersi messo alla prova dell’avere vissuto.
                ITACA
Quando ti metterai in viaggio per Itaca
devi augurarti che la strada sia lunga,
fertile in avventure e in esperienze.
I Lestrigoni e i Ciclopi
o la furia di Nettuno non temere,
non sara` questo il genere di incontri
se il pensiero resta alto e un sentimento
fermo guida il tuo spirito e il tuo corpo.
In Ciclopi e Lestrigoni, no certo,
ne' nell'irato Nettuno incapperai
se non li porti dentro
se l'anima non te li mette contro.
Devi augurarti che la strada sia lunga.
Che i mattini d'estate siano tanti
quando nei porti - finalmente e con che gioia -
toccherai terra tu per la prima volta:
negli empori fenici indugia e acquista
madreperle coralli ebano e ambre
tutta merce fina, anche profumi
penetranti d'ogni sorta; piu' profumi inebrianti che puoi,
va in molte citta` egizie
impara una quantità di cose dai dotti
Sempre devi avere in mente Itaca -
raggiungerla sia il pensiero costante.
Soprattutto, non affrettare il viaggio;
fa che duri a lungo, per anni, e che da vecchio
metta piede sull'isola, tu, ricco
dei tesori accumulati per strada
senza aspettarti ricchezze da Itaca.
Itaca ti ha dato il bel viaggio,
senza di lei mai ti saresti messo
sulla strada: che cos'altro ti aspetti?
E se la trovi povera, non per questo Itaca ti avrà deluso.
Fatto ormai savio, con tutta la tua esperienza addosso
gia` tu avrai capito cio` che Itaca vuole significare.
Kostantinos Kavafis

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sabato 21 gennaio 2012

Benvenuti sulle onde del Lario  fra poco il battello di Annie e Pier
partirà per cordurvi in un viaggio attraverso scorci di affascinante bellezza ville e giardini incantati vi attendono, spazi e luoghi al di fuori del tempo dove sentirsi perfettamente integrati  con l'armonia della natura, tra brezze delicate e profumi di essenze fiorite , che aspettatate?
 Verrete trasportati  in un luogo di poesia dove potervi unire al nostro raccontare liberando la mente dalle fatiche e preoccupazioni quotidiane.
Sarà un viaggio virtuale durante il quale saremo felici di poter accogliere se vorrete donarcelo, un vostro contributo, lasciato  sotto forma di  poesa, racconto,o riflessione. ma potrete capire meglio  una volta saliti sul nostro battello.
Pier&Annie.
(per salire sul battello fare  klik su salite a bordo che si parte)